martedì 23 luglio 2013

Il regalo del Pirata*

E vi ho dato i mari. Il cielo a far loro da specchio. 
Ve li ho dipinti con tutte le sfumature del blu. Venti e fulmini per scatenarne le ire; brezze leggere a rasserenarlo. 
Vi ho dato le estati per godervelo e gli inverni per ispirare poeti e pittori. Piantato foreste di Abeti per solcarlo, fino a scoprirne tutti i confini. 
A lui ho immolato vite, sotto il vessillo della fame o sotto una bandiera a teschio. Lasciato inabissare corpi e velieri; posto leggendari fantasmi a custodire forzieri sommersi. Ho annichilito le vostre grandezze affondando l'inaffondabile. 
L'ho popolato di mostri per incutervi terrore; di incantevoli creature per ammaliare i vostri sensi. E poi tramonti infuocati ad arrossarne la superficie e notti stellate a guidarvi verso porti sicuri. 
Tutto questo vi ho dato e Voi, figli ingrati, chiedete ancora regali?

Dio. 
IL, pirata.
*da Microracconti Segreti

mercoledì 17 luglio 2013

Il passaggio (reparto psichiatrico, stanza n. 9)

Qui è sempre uguale, fin dal primo giorno. E non so quale era nè quanto tempo è passato, da allora. Forse non esiste un 'da allora', un inizio. Credo di esserci nato, perchè non ho ricordi che vadano oltre quella porta. 
Non so se esiste il Tempo, oltre quella porta. Qui no di sicuro. So che c'è un qualcosa che passo contandomi i respiri o, quando sto più male, sbattendo i denti e rannicchiandomi fissando la parete, dondolando il capo. Dicono che fuori di qui ci sono colori, tanti. E diversi. Ogni colore un profumo. Poi c'è il vento che gioca a mischiarli e te li regala. Te li lancia in faccia. Qui solo sfumature di bianco.
Di bello qui c'è solo una signora, l'unica che viene a trovarci. Ha gli occhi profondi, il viso liscio e sereno, il sorriso rassicurante, e non ha la divisa da infermiera. Viene a prendere per mano qualcuno e portarlo oltre la porta. Deve esserci qualcosa di bello là fuori, perchè nessuno è più tornato qui. Buffo, chi esce con la signora sorride, tutt'intorno invece son tristi. Ci credo, è bella. Non vedo l'ora di uscire con lei. Voglio chiederle se è vero che la sabbia scotta; che puoi scriverci sopra strisciando i piedi, che le onde dopo morte tornano indietro ed è divertente lasciarsi portare, che c'è così tanto spazio che puoi correrci fino a perderci il fiato e che...  Oh, eccola! Viene verso di... No. E' passata oltre. Stanza 10. Peccato.

sabato 13 luglio 2013

L'insolito colpo

Il Carnevale impazzava per le strade del paese. Le musiche irradiate dai carri ed il vociare caotico dei festaioli avevano opportunamente coperto il rumoreggiare degli attrezzi del mestiere. Era stato tutto studiato con attenzione. I tempi calcolati al nanosecondo. Il giorno perfetto era quello. Tra la banda del buco e la cassaforte del Banco di San Venturino c'era ora solo la griglia del condotto di areazione.
"Dottore, le dico che l'ho visti. Due pinguini e il gabibbo!", agitava frenetico le mani, "son sbucati dal muro, si son guardati attorno, han bestemmiato e sono spariti infilandosi là!"
"Sì sì, certo, le credo. Ora prenda le pillole e riposi, signor... Napoleone. Si ricordi che dovrà affrontare una dura battaglia, a Waterl". 
"No no no! Non mi tratti come un idiota! Ieri ero il Bonaparte, oggi sono... sono Hemingway."

Altrove. "Tranquilli, ho studiato la mappa alla perfezione! Eh? Terzo piano di Psichiatria, puah."
"Ma capo... eppure l'ho stud"
"Vaffanculo!"

La cena di Mercoledì

Erano le otto di sera. Lo sferragliare delle posate dalla cucina annunciava l'imminenza della cena, mentre il sordo brontolio del cielo quello dell'ennesimo temporale.
I due pargoli lasciarono di colpo i loro trastulli e si precipitarono impazienti alla tavola, pregustando le leccornie che ribollivano nella zuppiera o che fremevano nella pirofila.
Quando la bianca e paffuta manina partì decisa verso un azzardato assaggio venne fermata dal mestolo in rame che si abbatté sul tenero dorso:
''Ahia! Mamma!''
''Vergogna! Mercoledì Addams. Quante volte ti ho detto di non presentarti a tavola con le mani in questo stato? Fila subito a sporcartele!
...e sbrigati! Prima che la tua cena scappi dal piatto.''

lunedì 8 luglio 2013

La cena 1 - L'appostamento 2

1)
Il risveglio è scioccante, il dolore alla testa lancinante. E' come se una mano, da dentro, strizzi, con ferocia e rancore, nervature e ossa e si accanisca contro i bulbi oculari. Pare voglia strapparglieli da dosso.
Vorrebbe riperdere i sensi, riavere quella dose di sonnifero che gli offrì, insieme alla birra, il tipo del Pub quella sera di... non ricorda quanti giorni prima. 
Non vede niente. Solo spettri colorati impressi sul velo delle palpebre, che vanno scemando come fuochi d'artificio su un cielo nero. Poi i rumori metallici della serratura e lo smuoversi pesante di una porta. Una voce, lenta e gelida.
''Ti ho parlato delle cene che do ogni mese? per gli amici del gruppo. Ma sì te ne ho parlato. Forse non ricordi per via di quella birra'', ammicca sarcastico.
''Ricordo poco, è tutto confuso'' tossisce e si lamenta, si porta le mani alle tempie e preme, forte. ''Mi scoppia la testa. Che cazzo vuoi da me? Lasciami andare... Sto male!''
''Sta' tranquillo, presto passerà. Ti passerà tutto.'' Srotola la custodia di feltro, sfila due enormi coltelli e li affila sfregando tra loro le lame. ''I miei amici vanno pazzi per la carne che servo a quelle cene. E per domani ho promesso loro un nuovo piatto...''

2)
''Sì Tenente. Succedono un sacco di cose strane ultimamente, qui. E' bastato iniziare un gioco, innocente e simpatico. Proporre un tema*, scriverci su e... boom, il vaso di Pandora s'è rotto. La natura di molti s'è liberata saturando di perversione gli spazi come fumo venefico.''
''Ehi, dobbiamo stare appostati e tappati in questo buco due giorni, perciò se eviti di parlar di spazi saturati è meglio. Eppoi cos'è sto 'tenente'! Cazzo, siamo poliziotti ok. Ma prima di tutto siamo amici, no?''
''Vero, Jack.'' Sorride.
''Dai. Becchiamo quel figlio di puttana poi torni da tua moglie, io al bowling. Dovrà postarlo un errore* prima o poi, il bastardo.''
''Già, dovrà. Prima o poi. Ma è Lunedì e, come hai detto tu, abbiamo poco tempo. Anzi, io ho poco tempo...'', Jack riesce solo a notare, riflesso nel vetro della finestra, lo sguardo improvvisamente freddo e inquietante del collega, ''...per la frollatura.'' 
Un ago s'infila nel collo del Tenente che, ad occhi sgranati, riesce appena a farfugliare un: ''Cazzo fai Dext...''

*Riferito al Gruppo Facebook ''Microracconti Segreti''

L'uppercut

Idiota. Lo vedo il sorrisetto del cazzo che cerchi di trattenere e nascondere sotto l'espressione seria. No! Risparmia la menata sull'amore in più che ricevete rispetto a quel che date. 
Non ho nulla darti, io. Nulla, o forse sì. Qualcosa c'è. Ecco bravo, prendi i tuoi applausi, ammalia il tuo pubblico e fai qualche passo da questa parte. Sì così, ancora un po'. Quanto basta per venirmi sotto tiro...

C. B. ebbe uno spasmo improvviso. Uno scossone produsse un rumore metallico poi la caviglia si liberò dal cinturino in velcro che l'assicurava al poggiapiedi. Partì un siluro, inaspettato e tremendo. Un uppercut fulmineo e potente sferrato con l'unica parte del colpo che gli funzionava.

E il pomposo nuovo direttore della "Casa Di Sostegno Per Figli Sfortunati Di Maria Ausiliatrice" fu preso in pieno mento e riversò l'insulso sorriso là dove meritava, la terra battuta.

C. B., ed il suo piede sinistro.

martedì 2 luglio 2013

Un amore da favola

La Luna è piena e di un oro acceso, come in quella notte di festa di anni prima.
E, come allora, per lui nulla è cambiato. Gli è sempre meravigliosamente impossibile non affogare in quegli occhi così profondi e brillanti, o perdere il respiro tra quelle tenere labbra; scorgere un appiglio tra le forme e le rosee sfumature di quel corpo per ritrovarsi invece ancor più sperso nello scorrerlo di baci, e scoprirla, ogni volta, come fosse la prima. Perso e pazzo. Perso e felice.
Sì. E' tutto come allora. L'emozione che ancora lo scuote, come fece quando, con gesto istintivo, le baciò il piede prima ancora di infilarglielo nella fragile calzatura.
E' tutto come in quella notte di festa e di incantesimi. 
Tutto. La Luna, il loro amore appena sbocciato, e la scarpetta di cristallo.